[NEWS] – ANACI

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Condominio

«Conflittualità in aumento, possibile fare prevenzione»

di Alessandro Galimberti

13 Dicembre 2022

Il presidente di Anaci, Francesco Burrelli, riflette sulla litigiosità in aumento nei condomìni. Un problema che non dipende dal lockdown.

«Quaranta milioni di italiani vivono in 1,2 milioni di condomìni. Basta che solo il 10% dei residenti siano soggetti fragili, o meglio resi fragili da situazioni di difficoltà, per capire la mole del disagio che stiamo gestendo».

Ingegner Francesco Burrelli, Anaci, che lei presiede, rappresenta 8 mila amministratori di condomini, un portafoglio di centinaia di migliaia di palazzi, un’anagrafe di qualche milione di famiglie. Che cosa sta succedendo?

Un fenomeno che osserviamo da tempo e che sembra banale rilevare: l’aumento esponenziale della litigiosità. Guardi che non è tanto questione di Covid o di lockdown.

Ma?

È un disagio che viene da lontano, difficoltà economiche e lavorative che poi innescano quelle familiari e che infine inevitabilmente sfociano nel terreno di assorbimento più fertile: le questioni condominiali.

È così difficile intercettare i segnali della sofferenza psichica, intuire che l’escalation sta prendendo dinamiche pericolose, disinnescare conflitti prima dello show down finale?

Sembra una cosa difficile, è sicuramente lo è, ma diventa gestibile se affrontata con autorevolezza e con professionalità, e tempestività appunto.

Cioè?

L’amministratore può fare molto. Ascoltare, in primo luogo, deve saper ascoltare e poi intervenire per spiegare come si inquadra la questione, cosa si può fare e cosa farà. Essenziale è non far sorgere nel condòmino l’impressione di essere lasciato solo e ignorato da tutti. Lì inizia la zona di pericolo.

Ed è sempre preparato per questo, l’amministratore?

Noi in Anaci lavoriamo per formare i nostri 8mila amministratori con corsi continui, anche di psicologia e di comunicazione. Sia chiaro, l’amministratore non sarà mai un assistente sociale, ma se ha autorevolezza e professionalità può contribuire a gestire i conflitti e può tentare di mantenerli in un alveo di confronto corretto.

E il mondo intorno che cosa può fare?

Due cose senz’altro. La prima riguarda i destinatari di esposti e denunce: serve maggiore attenzione. Non solo e non tanto sull’oggetto, che è poi ricorrente e riguarda situazioni bagatellari “spia” – dagli odori al parcheggio abusivo – quanto sui soggetti segnalati. Se ci sono indici di pericolosità, nella personalità o nella comunicazione, bisogna intervenire subito.

La seconda?

Implementare la figura della polizia municipale di prossimità, che interviene in borghese e con discrezione anche nei condomini per far cessare comportamenti anomali e abusi.

Esiste già?

A Torino c’è ed è molto utile: mostra che esiste un’autorità pubblica che fa rispettare le regole di convivenza civile.

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